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Perché i social implodono

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Perché i social implodono

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Ogni sistema di aggregazione sociale — reale o virtuale — si evolve secondo lo stesso schema che, come ogni schema, si ripete con piccole o grandi variazioni, ma restando fondamentalmente immutato.

1. L’origine

Si forma una comunità in maniera spontanea che usa uno strumento di comunicazione e un luogo di ritrovo. La cosa funziona sia nel reale che nel virtuale: nel reale esiste un linguaggio condiviso, nel virtuale esistono strumenti di comunicazione (app) che permettono le interazioni e che sono utilizzati dai membri della comunità.

2. La fase dello splendore

“Questo posto è bellissimo e pieno di gente interessante” pensa chi lo frequenta. È come quando si scopre quel nuovo locale dove ci va solo la gente giusta, capito? È anche come la prima fase dell’innamoramento: ti va bene qualsiasi cosa, anche il filo interdentale usato non accuratamente occultato nel cestino.

3. La fase espansiva

Il sistema sociale, fino a questo punto identificabile come una enclave di tipi stravaganti e curiosi, diventa attraente per gruppi più disomogenei. Al grido di “Là succede qualcosa” e “Là c’è movimento” si insinuano nel sistema sin lì chiuso degli elementi estranei alla purezza iniziale. Il locale prima bellissimo e animato da gente vestita in un certo modo e che faceva solo certi discorsi accoglie ora avventori diversi: il flautato e colto scambio di opinioni iniziale diventa un chiacchericcio scomposto in cui emergono solo grida e strepiti. Ogni altra interazione intellettuale è annichilita.
Signori e signori, ha fatto il suo ingresso la massa.

4. La fase esplosiva

Appena precedente all’implosione finale e definitiva, questa fase si caratterizza per una crescita esponenziale dei membri della società. La massa ha preso il sopravvento e le dinamiche interne prima gestite in maniera quasi automatica e spontanea falliscono il controllo delle interazioni fra i membri. Nuovi e sempre inediti comportamenti sociali (il “cafonismo”) mettono in crisi il modello, annientando il suo scopo, cioè quello di mettere in relazione gli individui. Ora gli individui sviluppano rapporti di contrapposizione netta, singolare o in gruppi.

5. La fase finale

È una fase che può assumere due sviluppi possibili: il collasso totale dovuto al fatto che i singoli membri non riescono nemmeno più a sentire la propria voce tale è il chiasso oppure la creazione di diversi sottogruppi che sviluppano microsocietà secondo modelli simili a quello originario (dette anche “chatroom”).

Il paradosso

Ogni sistema aperto tende all’espansione e nel caso dei social, che non sono chiusi o che non hanno soglie di accesso particolarmente invalicabili, l’inglobamento di masse di membri sempre più numerose è inevitabile (e la definizione di “membri” non è affatto casuale). Lo è ancor di più perché questi sistemi di basano su un’infrastruttura costosa che deve generare in qualche modo un ritorno economico. Più grande è la massa di utenti, più elevato il ritorno per il gestore.
Un simile modello diventa presto ingestibile, proprio perché ingestibile è la massa, specie se non moderata.
Quindi per prosperare un sistema del genere deve crescere, ma la crescita porta inevitabilmente alla sua distruzione.

Le soluzioni

Esistono delle soluzioni, alcune già anticipate:

  1. Frammentazione in sottocomunità

    Gli individui si aggregano naturalmente in comunità più piccole, in genere formate da gridatori accomunati da interessi comuni (calcio, tv, calcio in tv, tv presa a calci). Si tratta di processi naturali che il gestore del sistema può facilitare e assecondare, anche perché rendono più stabile l’intero assetto.

  2. Curators

    O moderatori delle comunità. Sacerdoti dotati di poteri superiori che danno e tolgono la parola e che organizzano così una convivenza più o meno civile. Sono costosi e richiedono capacità notevoli, ma assicurano uno svolgimento più o meno ordinato della vita della comunità.

  3. Educatrice svizzera/madre superiora

    Parlo proprio di quella con gli stivali di pelle e il frustino sempre in mano. Non è una tutrice dell’ordine democratico ma semplicemente dell’ordine. Appena individua un caso critico o un focolaio di discussione degenerato interviene. Mazzolando a destra e a manca. E soprattutto mettendo in punizione.

Ma quindi, perché alla fine implodono?

È molto semplice: perché la massa è democrazia, è tanto bella ma la sua intelligenza complessiva è molto molto molto inferiore alla somma delle sue intelligenze individuali. La massa è abbastanza stupida globalmente e l’aristocrazia è molto bella invece.
E ora ci ritiriamo nel fumoir a sorseggiare qualcosa di stravecchio, fumando sigari.

Le donne non sono ammesse.

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