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La famiglia

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La famiglia

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La famiglia è la più semplice struttura sociale esistente. Così semplice che esiste praticamente da sempre e da molto molto molto prima che le religioni se ne appropriassero.

La famiglia infatti non è un’invenzione delle religioni e non è stata teorizzata dalle religioni. Ne parlava pure Aristotele e bene o male negli stessi termini del Papa, solo che lo faceva tipo qualche centinaio d’anni prima che Betlemme finisse sulla Lonely Planet.
Semmai le religioni l’hanno fatta diventare un fondamento di loro stesse e quindi sì, ne convengo, rompergli il giochino e fargli notare che non se la sono inventata loro può risultare fastidioso. Ma non mi interessa di certo rompergli il giochino, chissene.

La base

Se si elimina la componente religiosa e si ragiona in termini puramente sociologici e antropologici, la famiglia è l’aggregazione minima la cui somma e ulteriore aggregazione definisce la società. È una spccie di società con un vertice, una gerarchia e dei membri. La gerarchia è necessaria al suo funzionamento così come, storicamente, il fatto che i suoi vertici siano composti da individui di sesso opposto è un fatto automatico, perché altrimenti non sarebbe possibile generare nuovi individui che a loro volta formino altre famiglie ecc. ecc.

Che essa sia nata per volontà di Dio è quindi vero. Se ci credi. O forse nell’antichità, quando non c’era l’antropologia a spiegare il perché ci si aggrega fra umani e non fra umani e cinghiali, dire che era la volontà di Dio faceva effetto. Son cose che fan sempre effetto, così come si pensa che quando c’è un terremoto è sempre Dio che ci punisce perché siamo bambini cattivi.

Arrendetevi

La società si evolve. La famiglia si evolve con la società. I costumi cambiano e si modificano. Le società evolute non si riproducono secondo i tassi di crescita di 600 anni fa, anche perché in quei tempi ci si riproduceva molto per creare forza lavoro e soprattutto perché gran parte di questa forza lavoro moriva per cause naturali molto più frequentemente che oggi. L’argomento che, insomma, le coppie omosessuali minerebbero la nostra stessa esistenza in quanto società dato che non si riproducono è talmente risibile che non riesco più a scrivere da quanto sto ridendo.

Gli altri argomenti (non possono ricorrere alla fecondazione, all’eterologa, non possono crescere un figlio/a normali — che definizione agghiacciante questa di normalità — non possono fare niente che li faccia sentire una normale famiglia ecc.) sono tutti riconducibili ad unico assunto: vogliamo rompervi le palle e dirvi quello che potete o non potete fare.

La libertà

Giova ricordare che l’Italia non è uno stato religioso. Il punto di vista cattolico è tenuto in somma considerazione dalla politica tanto che molte, moltissime leggi promulgate fanno assomigliare questa nazione proprio ad uno stato religioso, ma in verità non è così. Fa comodo far credere che se fai certe cose poi brucerai all’inferno ma è un po’ troppo semplice nel 2015. Invece rispettare l’evoluzione della società (quella sì davvero naturale, signori e signore) e capire che è perfettamente ragionevole e naturale che si formino coppie omosessuali e che desiderino essere una famiglia e avere figli e avere gli stessi diritti di una famiglia eterosessuale, ecco, questo non è nemmeno moderno: è contemporaneo, è il minimo sindacale per far corrispondere il proprio tempo mentale a quello di Greenwich. È il 2015, fatevene una ragione.

Rispetto il credo religioso ma lo vedo come un’espressione culturale e quindi come un’opinione, un punto di vista. Il punto di vista dello Stato deve essere laico e avere una latitudine un po’ più ampia, comprendendo anche chi è cattolico ma un filo meno ortodosso, o chi non lo è affatto.
E soprattutto è molto contemporaneo capire che pretendere di avere questo potere sugli affari privati delle persone è molto medievale.

La società evolve, i diritti civili si impongono. Alla lunga certe posizioni tradizionali saranno relegate al rango di pittoresche espressioni culturali che pensa una volta non si poteva mica fare. Non si tratta nemmeno di guardare solo al futuro: questo è il presente, ma capisco possa essere totalmente incomprensibile per chi avanza con la testa girata indietro. O in alto, aspettando che qualcosa gli dica cosa fare. O lo punisca. O lo salvi.

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