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La critica della Critica della Ragion Pura

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La critica della Critica della Ragion Pura

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Dalla copertina dell’edizione Bompiani del celebre libro di Kant, un marziano che giungesse sulla terra nottetempo noterebbe che “Immanuel Kant”, almeno gerarchicamente parlando, ha un’importanza fondamentale, giacché è scritto più in grande del resto. Se sapesse poi cos’è un libro ne dedurrebbe che quello è il titolo, e che l’autore è tale “Critica della Ragion Pura”. Dato il doppio cognome, penserebbe il nostro amico verde, il signor Critica proviene dalla casata dei Ragion Pura.


Lo stesso signor Critica, argomenterebbe, è rappresentato nell’immagine, con sguardo concentrato e rivolto verso il basso, probabilmente nell’atto di guardare il suo gatto che mangia crocchette, o contemplativo delle schiere di studenti che nei secoli successivi alla stesura del pregno libello non vi avrebbero capito alcunché.


Tale Costantino Esposito si deve essere occupato di qualcosa di non chiaro e poi c’è una traduzione da un idioma sconosciuto “a fronte”, qualsiasi cosa significhi.


Sotto l’immagine altre scritte di difficile comprensione: “Bompiani” e “Il pensiero occidentale”, in contrapposizione evidente a quello orientale. Quindi gli abitanti della terra hanno ben due pensieri. “Devono essere pensierosi assai”, penserà il l’occhiuto extraterrestre, proprio poco prima che gli sovvenga che quel popolo pensieroso sta per essere distrutto dalla sua genia, non perché ne abbian voglia o bisogno (è gente pacifica) ma perché così l’umanità ha sempre pensato dei marziani e vedere esaudito un pensiero è cosa gradita, e i marziani non vogliono essere sgradevoli.


La copertina è prevalentemente bianca e il cibo dei marziani, curiosamente, è sempre bianco. Tanto che l’essere siderale porta l’oggetto cartaceo alla bocca e se lo mangia.
Fine.

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