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Martin Parr: letto tra le righe

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Martin Parr: letto tra le righe

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La prima volta che vidi una foto di Martin Parr non ricordo se restai più stupito per la foto in sé o per il fatto che Parr facesse parte di Magnum. Forse entrambe le cose.

Per chi non la conoscesse, Magnum è la più importante agenzia fotografica al mondo. La più storica, forse non la più grande, forse quasi marginale in termini economici eppure quando dici “Agenzia fotografica” pensi subito a Magnum. Magnum è la metonìmia delle agenzie fotografiche.

Ha raggiunto questa meritata fama perché a fondarla furono Henri Cartier-Bresson assieme a Robert Capa, David Seymour, George Rodger e altri e perché si è sempre distinta per l’audacia dei reportage — spesso di guerra — e per la sublime e composta eleganza delle sue fotografie. In altri termini, la qualità iconografica delle foto di Magnum è sempre stata superlativa.

Se guardi le foto di Parr non hai l’impressione che l’estetica sia il suo cruccio principale. Ecco perché mi stupì sapere che invece quella congrega quasi monacale di fotografi che è Magnum l’aveva accolto. Un’altra caratteristica di questa agenzia è infatti quella di essere gestita dai suoi stessi membri che si riuniscono annualmente a Parigi e che hanno anche uffici a New York, Londra e Tokyo. Fra di loro eleggono un presidente e sempre loro decidono chi può fare pratica al loro interno e chi può diventarne membro. La struttura è quella di una cooperativa in cui i membri hanno anche incarichi dirigenziali o funzionali e, particolare interessante, che continuano a mantenere il copyright sui loro lavori che non viene quindi mai trasferito all’agenzia né alle testate su cui appaiono.

Se però si indaga nel programma dei padri fondatori, si capisce che l’elemento attorno a cui ruota la visione di Magnum è la curiosità per il mondo e il rispetto con cui viene descritto in termini visivi. In altre parole, un fotografo Magnum deve saper raccontare la realtà con il suo particolare timbro visivo stimolato dalla curiosità. I fotografi Magnum appartengono a un collettivo nel quale le individualità non si diluiscono ma anzi, vengono rispettate ed esaltate dal confronto.

In questo senso Parr c’entra con Magnum, e anche molto.

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Foto di Vitor Cohen.

 

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