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Who: Giuseppe Vaccaro
When: 1936
Where: Napoli, Italy
Osservando un edificio così tetragono e apparentemente semplice nella composizione volumetrica, è difficile immaginare quanto le condizioni morfologiche del sito ne abbiano complicato il disegno.
Il suo ragguardevole sedime è situato infatti in una parte di Napoli dove i dislivelli sono importanti: a testimoniarlo c’è la scalinata fra la piazza e via Monteoliveto che rende evidente la differenza di quote su cui esso sorge.
Il progetto originale che vinse il concorso aveva un disegno più celebrativo e quasi piacentiniano; nel corso della realizzazione Vaccaro e Gino Franzi, l’architetto che gli venne affiancato, impostarono il disegno e l’estetica su toni più razionalisti e funzionali, integrati perfettamente nella compostezza compositiva generale.
Il pilastro centrale di ordine gigante rivestito nella nera diorite di Baveno ospita per esempio i cavi telegrafici. Il resto delle facciate sono dominate dal bicromatismo della già citata diorite e dal marmo della Valle Strona.
Il risultato è un edificio di grande intelligenza urbana e architettonica, tra l’altro eseguito nella sue parti litiche in modo quasi ineccepibile.